Nata da un progetto universitario come startup di brand journalism finalizzata a sviluppare modelli di comunicazione digitale in cui creatività multimediale, racconto e marketing si ibridano, e diventata impresa nel 2018 sotto l’etichetta SwarmCom srl, Social Reporters ha nel 2019 raddoppiato il numero degli eventi seguiti, superando il numero di 300 iniziative raccontate e allargando la platea dei propri clienti.
«Il settore food», spiega il nostro fondatore e amministratore delegato Ilario Vallifuoco, «rimane uno dei nostri campi d’azione principale. E siamo lieti di aver inaugurato, lo scorso anno, collaborazioni con aziende del calibro di Ferrero e Parmigiano Reggiano. Ma uno degli obiettivi che ci siamo dati nel 2019 e che contiamo di proseguire durante il 2020 è quello di differenziare il target di riferimento. In quest’ottica un passaggio importante, è stata rappresentata dalla collaborazione con Adecco, multinazionale leader nel campo della selezione del personale. Con loro abbiamo raccontato il “ Experience Work Day”, un’iniziativa contemporanea in tre città ha visto coinvolti gli studenti al loro primo ingresso nel mondo del lavoro». Nel 2019 sono stati diversi i settori in cui Social Reporters si è specializzata: da quello sportivo al farmaceutico, passando per il tech.
«Ne sono un esempio», spiega Vallifuoco, «i lavori portati avanti con industrie farmaceutiche tra cui Bayer Italia, con la quale abbiamo consolidato i rapporti ed incrementato il numero di eventi, e ancora Eli Lilly, o l’opportunità di seguire il Congresso Mondiale della Dermatologia insieme a Triumph Group. Ma anche Tech Company come Autodesk, Accenture e Oracle. Non per ultima la possibilità di seguire il Giro d’Italia di ciclismo insieme a Sara Assicurazioni».
Tutto ciò a dimostrazione del fatto che, indipendentemente dal settore di riferimento, le aziende hanno sempre più bisogno di essere raccontate e condividere con gli stakeholder di riferimento i loro valori e il modus operandi.
Social Reporters, specializzata nel racconto in real time degli eventi attraverso le tecniche tipiche del brand journalism, ha molto investito nella produzione di video e foto per arrivare a completare l’offerta nella creazione di contenuti. Nel corso di questi due anni, inoltre, ha rafforzato la presenza capillare su tutto il territorio nazionale: «Siamo presenti con i nostri professionisti della comunicazione in ogni regione», spiega Vallifuoco. «Adesso vogliamo mettere a sistema una struttura tale per cui si crei una connessione tra reporters che vengono attivati e gli eventi delle aziende. Per intenderci, non sono più sufficienti professionisti di altissima qualità, quello a cui stiamo lavorando è la creazione di team divisi per aree specifiche e settori di riferimento».
Anche il trend di crescita è positivo e raddoppia di anno in anno. La startup è basata su fondamentali concreti di crescita, profittabilità e cash flow. «Cresciamo», spiega Maurizio Ferraris, presidente di SwarmCom, «con i nostri clienti che, grazie ai risultati ottenuti, danno continuità alla collaborazione con noi ampliando gli investimenti di comunicazione brand journalism e live communication. Il nostro modello di relazione con i clienti è per risultati di breve su strategie di partnership di medio-lungo termine. Valorizziamo un approccio ‘Agile’ che si inquadra in una strategia di digital transformation della comunicazione aziendale garantendo qualità ed efficienza dalla prima iniziativa».
“Think global act local” è la linea guida dell’azienda: «Vogliamo», continua Ferraris, «che l’internazionalizzazione sia l’evoluzione naturale della crescita di un servizio pensato per una scalabilità globale e applicato con modalità, linguaggio della comunicazione locale. L’Italia è un business case di un disegno globale. Abbiamo molti clienti internazionali con cui abbiamo creato best practice e risultati di successo localmente in Italia e che potremo ‘naturalmente’ estendere ai loro colleghi della comunicazione e marketing di altri Paesi».
L’obiettivo finale è quello di contribuire fattivamente a far diventare le aziende delle vere Media Company. «E per farlo», conclude Vallifuoco, «investiremo sempre di più nell’Academy di Social Reporters, corsi formativi intensivi per i dipendenti delle aziende per andare indagare e acquisire strategie sulla corporate communication».
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